Il dolore per quello che non è stato: faccia a faccia con il rimpianto

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Il rimpianto è un’esperienza molto comune: a chi non è capitato di non fare qualcosa e poi pentirsene, oppure di rendersi conto di aver scelto l’alternativa sbagliata di fronte a un bivio della nostra vita? Evitare questa condizione è impossibile, ma possiamo fare in modo che quello che non è stato non diventi automaticamente quello che doveva essere, impedendoci di vivere al meglio il presente.

Il rimpianto viene definito come una sensazione di amarezza legata a un’occasione perduta. È importante distinguere il rimpianto dal rimorso, due stati d’animo che spesso vengono accomunati: nonostante entrambi siano accompagnati da un umore depresso, il rimpianto riguarda spesso qualcosa di non agito ed è rivolto a noi stessi, mentre il senso di colpa (o rimorso), al contrario, spesso attiene a un’azione commessa che vorremmo non aver compiuto ed è una sofferenza provocata ad altri - e a noi stessi come conseguenza - dal punto di vista emotivo.

Il rimpianto è uno stato conosciuto universalmente che ci spaventa prima di fare una scelta e ci devasta quando lo proviamo. In realtà fa parte dell’umana esperienza e, come ci viene insegnato dalla mindfulness e dall’ACT (un nuovo approccio psicoterapeutico che punta all’accettazione e alla consapevolezza del dolore come parte della nostra vita interiore), è destinato a passare al pari degli altri stati mentali e a lasciarci di nuovo nella possibilità di vivere il presente. Ma questo stato ha una caratteristica che complica ulteriormente questo passaggio mentale: è legato a un’occasione perduta nel passato, che non avremo più l’opportunità di vivere. Molto spesso questa occasione (che in realtà non abbiamo vissuto, pertanto non possiamo essere certi fino in fondo che sia migliore del nostro presente) viene idealizzata e ci appare meravigliosa e irraggiungibile. Il senso di perdita genera un dolore che può apparire incolmabile e che, se si protrae a lungo, può paralizzarci nelle scelte successive, impedendoci di agire.
immagine: rimpianto - senso di perdita / Photo by ian dooley on Unsplash

Vivere senza rimpianti è un falso mito

Cerca di vivere senza dover rimpiangere nulla” è uno dei motti assolutamente irrealistici che sono proposti a gran voce nella nostra società. Dovremmo sempre cercare di ricordare che nella vita siamo continuamente sottoposti a scelte e qualche volta può succedere di pentirsi di non aver scelto l’altra opzione. Possiamo trattenerci in questo umore doloroso per qualche ora o per qualche giorno, a patto che poi torniamo alla realtà per capire come aggiustare le cose così come stanno (problem solving), piuttosto che pensare a come le avremmo volute. Ma potremmo anche restare impigliati in amare riflessioni sul passato, condizione che genera una ricaduta anche molto grave sulla nostra vita, portando con sé bassa autostima, sfiducia nelle proprie capacità di prendere decisioni e nel futuro, impedendoci in questo modo di vivere la nostra vita a pieno, sfruttando le possibilità reali che essa offre e che, se il nostro sguardo è rivolto al passato, non riusciamo a vedere.
Questa condizione esistenziale, che può portare fino a un disturbo depressivo, affligge soprattutto coloro che si trovano spesso a rimuginare: il rimuginìo è caratteristico di diversi disturbi, fra i quali emergono in particolare il Disturbo d’Ansia Generalizzato, il Disturbo da Attacchi di Panico ed il Disturbo Ossessivo Compulsivo; i primi due caratterizzati da timori catastrofici, l’ultimo dalla paura di una catastrofe interiore (come una grave colpa).

Accettiamo la possibilità di sbagliare

Realisticamente, per scegliere un’opzione, bisogna aspettare il momento in cui si hanno a disposizione tutti i dati necessari per decidere, attesa che spesso per l’ansioso risulta intollerabile. Ma certe volte non si tratta solo di una questione di tempo: potremmo anche non disporre mai di tutte le informazioni in grado di sciogliere la nostra incertezza. Che fare in questi casi?
Dobbiamo prendere atto del fatto che non è tutto sempre controllabile e imparare ad accettare la nostra vulnerabilità. Sarebbe bello liberarci definitivamente da ogni genere di incertezza; purtroppo però il mondo non sarà mai un luogo completamente sicuro. Prima ce ne rendiamo conto, prima raggiungeremo un livello apprezzabile di fiducia interiore che ci aiuterà a modificare o accettare la situazione che ci si presenta davanti, contando sulle nostre capacità di problem solving.
Teniamo presente che il rimpianto, ossia il rimuginio focalizzato sul passato (ruminazione) è caratterizzato da uno scarso livello di concretezza e da strategie piuttosto vaghe che rifiutiamo continuamente, in quanto ritenute sempre non all’altezza rispetto al passato idealizzato.
immagine: rimpianto - accettare la vulnerabilità / Photo by Tyler Lastovich on Unsplash

Evitiamo le sabbie mobili dell’attesa

Viviamo nel rimpianto anche perché percepiamo un vantaggio nel restare fermi in un preciso momento della nostra esistenza senza riuscire a distaccarcene: continuando a rimuginare, speriamo di essere pronti di fronte a una nuova scelta simile; in realtà questa rigidità del pensiero immobilizza ancora di più l’azione, bloccandoci in un comportamento di difesa verso eventuali scelte sbagliate e impedendoci di fatto di fare nuove esperienze, alcune delle quali potrebbero rivelarsi gratificanti.
immagine: rimpianto - blocco / Photo by Wicked Sheila on Unsplash
Rispetto a questo pericoloso blocco, bisogna imparare ad accettare il nostro passato così come è andato: in questo senso la mindfulness ci invita ad accogliere tutte le situazioni ed emozioni in maniera avalutativa, cioè senza giudizi. Solo in questo modo potremo guardare il nostro presente con uno sguardo limpido e realista e attivarci per viverlo con gioia anche se non è perfetto, compiendo tutte le azioni necessarie affinché sia lui la scelta giusta, senza paragonarlo continuamente ad altri mondi irreali. Solo con un atteggiamento di accoglienza riusciremo a riconoscere il bello che c’è intorno a noi e a goderne qui e ora con gratitudine e soddisfazione.

Tra vent’anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell’opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.
(Mark Twain)

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