La teoria dell’attaccamento: la ricerca di protezione è un istinto naturale

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“L’attaccamento intimo ad un altro essere umano costituisce il perno attorno a cui ruota la vita di una persona, non solo nell’infanzia, nella pubertà, nell’adolescenza, ma anche negli anni della maturità e, poi, ancora, nella vecchiaia”
(John Bowlby, Attaccamento e Perdita)

La psicologia evoluzionista studia i processi psicologici che l’uomo nel corso del tempo ha selezionato e sviluppato per adattarsi meglio alla realtà che lo circonda. Al giorno d’oggi è molto legata alla scuola di pensiero interazionista: secondo questo approccio il modo migliore per capire il mondo sociale è studiarlo attraverso le relazioni che si creano tra i suoi attori, cioè gli individui.
Una fase particolarmente importante e interessante nella relazione tra due individui è l’interazione precoce: l’insieme di comportamenti messi in atto dal genitore per adattarsi a un organismo già esistente (il bambino) e facilitarne lo sviluppo. Un esempio lampante di come la nostra soggettività e la nostra sfera relazionale si influenzino a vicenda.

 attaccamento - interazione precoce genitore-bambino / credits: Shannon Walkup
Gli studi sugli orfani di guerra di John Bowlby

Fra i più grandi studiosi delle relazioni precoci, in particolare di quella che si instaura immediatamente fra madre (o caregiver) e bambino, c’è John Bowlby (1907-1990). Bowlby fu medico e psicologo negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, quando c’era una grande preoccupazione per l’alto numero di bambini rimasti soli, perché senza genitori o affidati a degli istituti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità gli affidò il compito di svolgere una ricerca in diversi stati dell’Europa e dell’America del Nord per capire le conseguenze del distacco dalle famiglie sulla salute mentale di quei bambini.

Gli effetti del distacco precoce nei bambini

Bowlby notò una serie di comportamenti simili nelle piccole vittime del distacco precoce:
  • una prima fase di paura e pianto
  • un successivo stato di disperazione
  • una sorta di indifferenza al prolungarsi della situazione, un distacco emotivo (disattachment)
Influenzato dalle ricerche etologiche di Lorenz sull’imprinting, cioè il periodo critico in cui il cucciolo sceglie la figura che seguirà fino all’età adulta, Bowlby ipotizzò un processo simile anche per i bambini: la persona che passa la maggior parte del tempo con il piccolo diventa la figura d’attaccamento a cui fare riferimento nei momenti di difficoltà. Il periodo critico per il bambino va dai 3 ai 18 mesi circa.

La teoria dell’attaccamento: una questione di sopravvivenza

Queste osservazioni lo spinsero a pensare quella che diventerà in seguito la sua teoria dell’attaccamento, che si ricollega alla teoria evoluzionista di Darwin.
Poiché i cuccioli di mammifero appena nati sono incapaci di difendersi e di badare a se stessi, egli ipotizzò che per tutelare la loro sopravvivenza la selezione naturale avesse dotato i piccoli di alcuni comportamenti presenti geneticamente fin dalla nascita:
  • il pianto
  • la suzione
  • il seguire
  • il sorriso
  • l’avvinghiarsi
Non a caso, tutti portano il cucciolo alla vicinanza materna, fonte di protezione dai pericoli esterni.
attaccamento - comportamenti istintivi / credits: Liz Bridges
La creazione della relazione da un lato e l’istinto di accudimento dall’altro non sarebbero altro che comportamenti relazionali istintivi, volti a incrementare le possibilità di sopravvivenza. Il genitore, quindi, diventa una base sicura che infonde fiducia nel bambino; questo si sente sicuro e parte all’esplorazione del mondo, sapendo di poterlo ritrovare al ritorno.

Contrariamente a quanto sosteneva la psicologia negli anni Quaranta, Bowlby precisò che non era la gratificazione dei propri bisogni, né la ricerca di cibo a creare il legame tra madre e figlio, ma la possibilità di ottenere protezione che si sviluppa sotto forma di calore e contatto.

La definizione di attaccamento

Bowlby, quindi, definisce così l'attaccamento:

una forma comportamentale che si manifesta in un mammifero che mantiene prossimità verso un altro ritenuto in grado di proteggerlo e affrontare il mondo.

Questo comportamento si manifesta nell’uomo anche in età adulta ogni volta che si verificano condizioni di paura, fatica o sconforto e si attenua con il raggiungimento della meta, cioè grazie alla vicinanza di una persona in grado di trasmetterci quella sicurezza che momentaneamente ci manca.
attaccamento negli adulti / credits: Toa Heftiba
Il modello di comportamento che mettiamo in atto durante tutta la nostra vita quando siamo alla ricerca di cure e conforto è detto stile relazionale e si sviluppa proprio a partire dalle modalità utilizzate da bambini per ottenere questa risposta.

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