L'ACT dà agli adolescenti gli strumenti per orientarsi nell'incertezza

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L’adolescenza è un momento di grande cambiamento nella vita delle persone: fisico, emotivo, cognitivo e sociale. È anche la fase in cui possono emergere disturbi psicosociali (ansia, depressione e disturbi alimentari i più frequenti tra i giovani). Complici il distanziamento fisico e l’isolamento dato dalla chiusura delle scuole, la pandemia ha accentuato i disagi sperimentati dai giovani. I disturbi preesistenti e quelli innescati dal lockdown col tempo si stanno stabilizzando e intensificando; servono interventi per arginarli. L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) può aiutare ragazzi e ragazze ad adattarsi al contesto senza perdersi in comportamenti a rischio, il cui richiamo è forte a questa età. Per una maggiore efficacia, è stato messo a punto un modello psicologico su misura per gli adolescenti, il DNA-V: stessi assunti dell’ACT, ma declinati in un sistema di metafore più chiare e immediate per loro.

I cambiamenti e le criticità dell’adolescenza

L’adolescenza abbraccia buona parte della nostra età evolutiva. È una fase molto delicata nella nostra vita: cambia il rapporto con noi stessi (in termini di immagine corporea, pensieri, attitudini, interesse verso la sfera sessuale) e con gli altri, in particolare con genitori e coetanei (i secondi si impongono sui primi, diventando le figure di riferimento principali).
Da adolescenti, facciamo fatica a gestire l’intensità degli stati d’animo e la mole di pensieri che ci attraversano: viviamo in bilico tra la voglia di conoscere cose nuove e la paura di perdere i punti fermi che fino a quel momento abbiamo avuto. Questo causa delle forti oscillazioni nel nostro umore, nell’autostima e nelle emozioni.

L’adolescenza è anche il periodo in cui emerge la maggior parte dei disturbi psicosociali, precisamente tra i 15 e i 25 anni[1]. I più ricorrenti tra i giovani sono:
  • ansia
  • depressione
  • disturbi alimentari

    ACT e adolescenti – oscillazioni emotive
    ACT e adolescenti – oscillazioni emotive / Foto di Ben Weber - Unsplash

Il rischio d’insorgenza di disturbi psicosociali nei giovani è aumentato durante la pandemia

Con le sue restrizioni, una su tutte l’interruzione delle lezioni in presenza, il Covid ha innalzato il rischio d’insorgenza di disturbi tra i minorenni. I dati evidenziano due tendenze:
  • una stabilizzazione di disagi potenzialmente passeggeri. Il disturbo post traumatico da stress dato dal primo lockdown (che, solo in Italia, potrebbe aver colpito quasi 1 bambino su 3) si sta trasformando in disturbo da disadattamento, con ripercussioni fisiche e cognitive[2].
  • un’intensificazione dei disturbi già presenti nel periodo precedente alla pandemia. Ansia e depressione sul lungo periodo provocano disturbi del sonno e fatica psicologica. La frustrazione innescata dall’isolamento porta anche ad episodi di aggressività domestica, perdita di autostima e comportamenti autolesionisti.
Tra marzo e aprile 2020 è stata registrata un’impennata degli accessi in ospedale di adolescenti (+50-57% in tutto il mondo[3]). In Italia si nota una preoccupante incidenza di autolesionismo marcato e tentato suicidio tra i giovani in Pronto Soccorso (il 65% dei casi tra ottobre 2020 e aprile 2021). Boom di richieste di aiuto anche per l’anoressia: +28%[4].
Come gestire al meglio le difficoltà emotive e psicologiche contingenti in un’età che è di per sé complessa?

ACT e adolescenti – stop lezioni in presenza / Foto di marco fileccia - Unsplash

Un modello psicologico mirato può aiutare i giovani ad adattarsi al cambiamento

L’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) è una tecnica psicologica articolata in tre step (accettazione del dolore, contatto con il presente, individuazione dei propri valori fondanti) che ci permette di reagire a eventi esterni adattando di volta in volta il nostro comportamento senza perdere di vista i nostri obiettivi. Può essere un valido aiuto per gli adolescenti; ora più che mai, la flessibilità psicologica può essere una risorsa per adattarsi al periodo difficile che stanno vivendo.

Per rispondere in modo mirato alle necessità dei giovani, è stato messo a punto il modello DNA-V, che li allena a padroneggiare tre competenze[5]: esploratore (D – discoverer), osservatore (N – noticer), consulente (A – Advisor). Tutt’e tre lavorano al servizio dei valori (V – values), che come nell’approccio originale dell’ACT orientano l’agire della persona.

Il consulente rappresenta la capacità di autoconsigliarci, la voce interiore che interpreta il passato, costruisce credenze nel presente, fa previsioni sul futuro. È un comportamento che mette in campo l’esperienza sotto forma di linguaggio e pensiero per capire rapidamente cosa fare. È una voce ambivalente: a volte può essere d’aiuto, altre d’intralcio. Attraverso questa metafora, l’adolescente impara che la voce interna è solo una parte di sé, non lo rappresenta nella sua interezza. Nell’ACT corrisponde all’accettazione e alla defusione.

L’osservatore coincide con l’abilità di entrare in contatto con noi stessi e con il nostro sentire; ci aiuta a sganciarci dai pensieri che ci distaccano dalla realtà. Lo fa in tre modi: raccoglie informazioni sensoriali, dalle quali capiamo come stiamo interagendo con l’esterno; ci rende consapevoli delle nostre azioni e del loro effetto sugli altri; ci fa cogliere le opportunità intorno a noi favorendo il contatto con persone, cose e luoghi. In questo modo l’adolescente non si isola nel proprio mondo interiore, ma mantiene un solido appiglio al momento presente.
Nell’ACT gli stessi concetti sono ricompresi nella mindfulness e nel sé come contesto (lo sguardo esterno con cui osserviamo noi stessi e i nostri stati interiori).

ACT e adolescenti – osservatore DNA-V / Foto di Devon Divine - Unsplash

L’esploratore ci insegna a gestire la voglia di esplorare e sperimentare il mondo. Ci guida nel testare comportamenti e cose nuove valutandone il funzionamento, ricercare valori importanti per la nostra vita, mettere a fuoco i nostri punti di forza.
Grazie a questo approccio, l’adolescente incanala la sua naturale propensione al rischio, alle novità e alle sensazioni forti in attività funzionali di scoperta. Scoperte che renderanno la sua vita gratificante e ricca di senso.
Traducendo nel linguaggio ACT, questa figura abbraccia l’identificazione dei valori e l’azione impegnata.

In conclusione, la pandemia è stata definita da alcuni psicologi un detonatore6 di disturbi tra gli adolescenti. Allo stesso modo, il modello DNA-V può essere il catalizzatore di un percorso di scoperta e messa a frutto delle loro capacità cognitive, emotive, comportamentali. Un viaggio dalla sicurezza dell’infanzia alla complessità della vita adulta, in cui la bussola per orientarsi – anche nell’incertezza più totale - sono i valori che ognuno sceglie per sé.