Gentili si diventa: applicare la gentilezza con sé e con gli altri per vivere meglio
Da secoli i filosofi, gli scrittori, gli studiosi e i pensatori di vari ambiti si chiedono che cosa sia la gentilezza e se faccia parte a livello innato dell’essere umano. In questo articolo proveremo a darne una definizione e scopriremo come questo atteggiamento abbia molte ricadute positive, su chi entra in contatto con esso e su chi lo mette in pratica.Essere in relazione con gli altri non è una scelta, ma un bisogno
Dal IV sec. a.C. fino agli autori più recenti, come per esempio Giovanni Liotti nel suo libro La dimensione interpersonale della coscienza, la psicologia, la biologia e le neuroscienze sottolineano come l’uomo sia un essere vivente bisognoso di relazioni con i suoi simili. Tanto è vero che anche nelle prigioni “Il CPT [Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura] ha sempre accordato particolare attenzione ai detenuti posti in isolamento, poiché tale misura può avere effetti estremamente dannosi per la salute psichica, somatica e per il benessere sociale delle persone che vi sono sottoposte” (Estratto dal 21° Rapporto Generale del CPT, pubblicato il 2011)Se siamo davvero così strettamente legati l’uno all’altro - a dispetto dell’illusoria autosufficienza sulla quale insistono molti messaggi contemporanei -, dovremo trovare un modo per relazionarci uno con l’altro, per vivere su questo pianeta con gioia insieme a tutti gli altri esseri viventi che lo popolano (perché la Terra non è di nostra proprietà). Questo messaggio, che trova traccia già in antichi testi filosofici occidentali ed orientali, ci suggerisce un atteggiamento di rispetto e accoglienza dell’altro: la gentilezza.
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immagine: gentilezza - bisogno di relazioni / Photo by Adam Griffith on Unsplash |
Una definizione di gentilezza
Fanno parte della gentilezza l’attenzione verso i bisogni dell’altro, l’ascolto, il rispetto dei suoi spazi e il desiderio di farlo sentire bene fisicamente ed emotivamente. I rischi legati a un atteggiamento simile sono:- essere confuso con una forma di debolezza
- portare il soggetto che lo manifesta verso la sottomissione
Questo equilibrio comprende anche l’essere gentili con noi stessi, in tanti modi. Basta imparare:
- ad ascoltarci, a sentire i nostri bisogni, a prenderci cura di noi;
- a rispettare e far rispettare i nostri spazi;
- a dire no quando qualcosa ci offende o è al di sopra delle nostre forze.
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immagine: gentilezza - saper dire di no/ Photo by Kai Pilger on Unsplash |
Essere gentili fa bene alla salute
La gentilezza è circolare: il dare ci restituisce sempre uno stato di benessere psicofisico che forse tutti conosciamo soggettivamente, ma su cui ora ci sono anche diversi studi che ne confermano l’efficacia. Quello realizzato dalle psicologhe sociali Jennifer L. Trew e Lynn E. Alden dimostra come essere gentili con il prossimo riduca l’ansia, in particolar modo abbia un effetto benefico sulla fobia sociale. Lo stesso risultato è stato raggiunto da uno studio condotto dall’Università di Stanford.Barbara Fredrickson, psicologa dell’Università della Carolina del Nord, ha compiuto una ricerca pubblicata sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences): attraverso una serie di interviste, questionari e campioni di sangue giunge ad affermare che occuparsi degli altri influisce positivamente sulla nostra salute e longevità - dati dimostrabili, secondo la scienziata, a livello genetico e molecolare.
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immagine: gentilezza - benefici per la salute / Photo by Alev Takil on Unsplash |
La forza che ci sembra di percepire quando prevarichiamo gli altri alzando la voce o assumendo modalità arroganti è illusoria e ci lascia spesso senso di colpa e di debolezza per non aver saputo gestire la situazione. La persona veramente forte non ha bisogno di imporsi: la determinazione, la misura e le risorse interiori (non le caratteristiche esibite) le permetteranno di farsi rispettare, proprio attraverso la gentilezza.
Vuoi imparare a essere più gentile? La tua gentilezza viene fraintesa? Parliamone insieme.