Solitudine: uno stress positivo in grado di farci superare i nostri limiti

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Fin dai tempi antichi la sensazione di solitudine rappresenta una condizione da evitare con tutte le distrazioni possibili.
Alcuni filosofi la ricercavano e la consigliavano come uno dei modi migliori per raggiungere la verità, altri mettevano in guardia dal suo fascino e dallo stato d’animo che può indurre: spesso può spingerci a soffermarci troppo sui nostri pensieri e a crogiolarci nella noia, finendo nella spirale della malinconia.
Anche durante l’Illuminismo Blaise Pascal notava come molti uomini utilizzassero il divertimento (inteso come distrazione e ricerca di compagnia) per mettersi al riparo dalla solitudine, perché questa li poneva a contatto con la loro fragilità e li faceva meditare sulla propria condizione, alimentando sentimenti di angoscia; più tardi, in Italia, Giacomo Leopardi ci parla della solidarietà, tema già caro agli antichi greci, per rendere tollerabile la situazione di precarietà rispetto ai pericoli causati dalla natura matrigna in cui ogni uomo si trova da sempre, indipendentemente dal livello di progresso raggiunto dalla società in cui vive.
Ancora oggi la solitudine genera in noi sensazioni contrastanti. Ci affascina perché è quel luogo in cui possiamo spogliarci di tutte le maschere e ci spaventa per la stessa ragione: perché in quella nudità c’è il confronto con noi stessi e con la nostra vita; se in pubblico possiamo recitare una parte, di fronte al nostro io mentire diventa molto difficile. La solitudine ci pone a contatto con due emozioni difficili da modulare: l’ansia e la malinconia.

La solitudine: quando l’immagine di noi stessi è diversa dalla realtà

Psicologi e filosofi da tempo si interrogano sul significato del termine solitudine; è difficile trovare un senso comune, perché è risaputo che possiamo sentirci in buona compagnia anche stando insieme al nostro gatto, così come ci possiamo sentire soli anche in mezzo a un party di Capodanno. In un’ottica cognitivista (che vede cioè la conoscenza come il frutto di processi mentali individuali che partono dall’acquisizione di informazioni da un ambiente esterno, successivamente elaborate e adattate alle proprie esperienze specifiche), il sentimento di solitudine e di insoddisfazione può nascere mettendo a confronto l’immagine che abbiamo di noi stessi e la realtà che ci circonda:
  • se fra le due c’è concordanza oppure la realtà è al di sopra della nostra immaginazione, allora ci sentiremo realizzati e soddisfatti, sereni riguardo alla nostra vita;
  • se invece la realtà intorno a noi ci appare inferiore rispetto a quanto ci aspettiamo da noi stessi, allora proveremo frustrazione e insoddisfazione. Di fronte a questa sensazione di solitudine la cosa migliore è fermarsi e viverla, riflettere sulle possibilità che essa ci offre e utilizzare le emozioni che ci trasmette per capire a fondo le origini di questa discrepanza tra aspettative e realtà.
immagine: solitudine - discrepanza tra aspettative e realtà / Photo by Jakob Qwens on Unsplash

Ci guardiamo con i nostri occhi o con quelli degli altri?

Prima di tutto dobbiamo cercare di capire se questa insoddisfazione è reale, ossia se viene da dentro di noi oppure se è in qualche modo indotta dall’esterno.

Per esempio:
una donna potrebbe sentirsi realizzata stando a casa e prendendosi cura della propria famiglia, ma i suoi genitori potrebbero essersi fatti aspettative diverse su di lei, facendola sentire inconcludente una volta adulta per il fatto di non corrispondere agli standard familiari.
Oppure:
nella società di oggi trovarsi da soli è un’idea angosciante e questo messaggio viene incoraggiato dai media in maniera pressante: le pubblicità, le serie tv, le riviste ci mostrano personaggi circondati da una moltitudine di persone, larghi sorrisi, tavole stracolme ai bordi di piscine lussuose e così via; come se tutto questo divertimento fosse parte di uno stile di vita a cui non può ambire chi si trova solo.

Contrariamente a quanto sembra, una parentesi della nostra esistenza più ritirata è perfettamente naturale e, se non si trasforma in un isolamento totale, la solitudine può persino farci bene, in quanto ci permette di riflettere e di entrare in contatto con la parte più autentica di noi. Insomma: forse, dopo averci pensato su, potremmo anche accorgerci che la nostra vita non è poi così male e che basta modificare alcuni piccoli aspetti - di noi stessi o dell’ambiente che ci circonda - per sentirci di nuovo soddisfatti.
immagine: benefici solitudine - contatto con noi stessi / Photo by Haley Phelps on Unsplash

Presa di coscienza, stress positivo e problem solving: gli strumenti per un nuovo inizio

La sensazione di discrepanza fra quanto abbiamo ottenuto e ciò che ci aspettiamo da noi stessi può essere reale: potremmo renderci conto che quello che abbiamo raggiunto fino a oggi, indipendentemente dal suo valore sociale, potrebbe non essere ciò che desideravamo. È un’importante presa di coscienza, spaventosa ed esaltante: questa crisi ci permette di aprire gli occhi, pertanto cerchiamo di accoglierla con gioia e di ascoltare e ringraziare la malinconia che porta con sé. Il passo successivo è impegnarci per trasformare l’ansia da stress a eustress, ossia stress positivo; quel mix di eccitazione e timore che proviamo quando abbiamo stabilito un nuovo traguardo e che possiamo utilizzare come spinta motivazionale. Una volta riscoperte le nostre antiche aspirazioni, applichiamo il problem solving chiedendoci: quale problema mi impedisce di raggiungere ciò che desidero?
Come posso affrontarlo nel modo migliore?
Qual è la prima e più piccola azione che posso compiere per mettermi in moto?
immagine: solitudine - stress positivo come spinta motivazionale / Photo by Kevin O'Konnor on Unsplash
La solitudine, quindi, è un’opportunità di crescita personale, è naturale, fa parte della vita di ciascuno di noi e andrebbe accolta con gratitudine. Come un messaggero mandato da lontano, essa ci mostra i limiti della nostra vita che possiamo ancora espandere in diversi modi:
Entrambe le riflessioni richiedono il silenzio della solitudine per essere udite.

Stai attraversando un momento di solitudine? Capiamo insieme come affrontarlo senza paura e quali benefici può apportare alla tua vita.

fonti: