L’evoluzione della mente, dalla sopravvivenza ai legami affettivi

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Secondo la teoria evoluzionista ogni forma vivente è il frutto di un’evoluzione graduale da strutture semplici a sempre più complesse; la mente è un fenomeno naturale che non fa eccezione, quindi risponde a queste stesse leggi.
La teoria evoluzionistica della mente sostiene che:
  • la mente si evolve perché si adatta all’ambiente
  • per scoprire come la mente si è evoluta nel tempo e qual è il suo scopo dobbiamo studiare il cervello.
Per la mente l’ambiente è rappresentato dalla relazione, dall’influenza che gli organismi appartenenti alla stessa specie esercitano l’uno sull’altro. L’evoluzione, quindi, cerca di adattare la mente nel miglior modo possibile all’interno della dimensione interpersonale, di darle strumenti relazionali adatti a situazioni diverse e sempre più complesse.
Nel corso dell’evoluzione sarebbero state tramandate forme basilari di comportamenti sociali che regolano le relazioni tra gli individui, degli insiemi di regole di condotta definibili come Sistemi Motivazionali, cioè sistemi di comportamenti verbali e non verbali per raggiungere un fine.
Ma quali trasformazioni ha subito il cervello partendo dalle forme di vita più elementari per arrivare alla struttura attuale del cervello umano? E quando i Sistemi Motivazionali sono entrati in gioco?
evoluzione e mente - struttura cervello / credits: jesse orrico

L’ipotesi del cervello tripartito

Il medico statunitense Paul MacLean ha studiato i cambiamenti nella macrostruttura cerebrale di diverse specie nel corso della loro evoluzione e nel suo saggio Evoluzione del cervello e comportamento umano. Studi sul cervello trino (1984) ha individuato questo ordine gerarchico:
  • cervello rettiliano composto da tronco encefalico e gangli della base, tipico di insetti, pesci e vertebrati
  • cervello bipartito composto da tronco encefalico e gangli della base più sistema limbico, tipico di rettili superiori, uccelli e mammiferi
  • cervello tripartito composto da cervello bipartito più neocorteccia, tipico dei primati
Ognuna delle tre aree (cervello rettiliano, sistema limbico e neocorteccia) condiziona la funzionalità della mente nel raggiungimento di scopi diversi; più l’area è di antica formazione, più la funzione sarà fondamentale per la sopravvivenza.
Durante l’evoluzione le strutture cerebrali diventano sempre più complesse per permetterci di mettere in atto i nostri Sistemi Motivazionali Interpersonali, cioè dei comportamenti orientati al raggiungimento di uno scopo all’interno di relazioni specifiche. Vediamo come sono suddivisi.

Cervello rettiliano

È la sede di comportamenti finalizzati non principalmente sociali, legati alla sopravvivenza in natura: l’alimentazione, l’accoppiamento sessuale senza riconoscimento, la territorialità e i sistemi omeostatici (cioè la capacità di un sistema di mantenere un equilibrio al variare delle condizioni esterne).
  • Permette la formazione di sensazioni corporee, ma non di elaborare gli stimoli che ne derivano e strutturarli in schemi mentali
  • Non ci sono emozioni: in questo stadio dell’evoluzione mentale comportamenti aggressivi finalizzati alla distruzione altrui senza provare collera sono assolutamente normali
  • Permette il riconoscimento tra organismi appartenenti alla stessa specie, non quello individuale. Negli insetti sociali le relazioni avvengono in modo anonimo, l’insetto invia segnali rivolti a tutti e non a un insetto riconosciuto tra gli altri; di conseguenza, i segnali per l’accoppiamento sessuale sono rivolti ad un conspecifico qualsiasi dell’altro sesso nelle vicinanze, così come il comportamento aggressivo di difesa del territorio è finalizzato alla semplice espulsione dell’intruso e non è legato a un rapporto gerarchico dominante-subordinato, perché implicherebbe un reciproco riconoscimento tra individui

Cervello limbico

È la sede di comportamenti sociali e, nell’uomo, della consapevolezza della propria persona nel contesto più ampio del rapporto con gli altri.
  • È una prima forma di “memoria sociale”: permette di riconoscere tra i conspecifici degli individui in modo abbastanza duraturo e organizza le regole di comportamento tra individui
  • Compaiono le emozioni e con esse la coscienza primaria, cioè la consapevolezza delle sensazioni
  • Le relazioni intrattenute con singoli conspecifici sono:
    - Accudimento della prole (sistema di accudimento)
    - Ricerca di vicinanza all’individuo che può fornire cura e protezione (sistema di attaccamento)
    - Definizione di ranghi di dominanza-subordinazione attraverso il comportamento agonistico rituale- Formazione di coppie sessuali relativamente stabili nel tempo dopo l’accoppiamento (sistema seduttivo)
    - Cooperazione in vista di un obiettivo congiunto (sistema cooperativo)
    - Il sistema affiliativo, che regola comportamenti di appartenenza al gruppo sociale esteso
evoluzione e mente - cervello limbico / credits: Lisa H

Cervello neocorticale

È la sede dei comportamenti finalizzati sociali “neocorticali”, quelli che danno ordine e coesione alle informazioni provenienti dagli altri livelli per costruire una visione coerente del sé, degli altri e del mondo.
  • La corteccia permette la formazione di affetti e sentimenti
  • Compare la Coscienza di Ordine Superiore, umana e legata alla relazione tra il sé sociale e l’altro, diversa da quella primaria legata alla relazione tra organismo individuale e ambiente
evoluzione e mente - cervello neocorticale / credits: Cristian Newman
Possono sembrare concetti e categorie distanti da noi, ma queste strutture e questi sistemi, frutto dell’evoluzione della mente umana, sono all’origine dei nostri comportamenti quotidiani in ogni tipo di relazione: sentimentale, familiare, professionale e così via.
Un sistema molto efficace nelle relazioni tra persone adulte è quello cooperativo, dal momento che permette a più individui di collaborare per il raggiungimento di un unico obiettivo; non sempre però siamo in grado di metterlo in atto, preferendogli altri sistemi che alla lunga possono risultare dannosi per la salute e la durata dei nostri rapporti, perché sbilanciati: pensiamo a una continua lotta di potere con il partner (sistema agonistico), a un atteggiamento troppo protettivo nei confronti dei nostri figli (sistema di accudimento), all’innescarsi di un rapporto di dipendenza dal proprio psicoterapeuta (sistema di attaccamento).
Capire quali sistemi si attivano nella nostra mente ogni volta che agiamo in un certo modo può aiutarci a modificare il nostro comportamento rendendolo più funzionale.

Sono pronta ad aiutarti.