Il vero successo è amare quello che facciamo, nonostante le difficoltà

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Siamo abituati a intendere il successo in una maniera un po’ standardizzata, come l’insieme di fama, potere e denaro. In molti casi, però, questi possono essere considerati effetti collaterali di una vita piena e in accordo con i propri significati più profondi, non necessariamente forme di successo.

Con questo termine, soprattutto quando lo si intende a livello personale, si indica per prima cosa una vita significativa per noi stessi, in accordo con ciò che amiamo e con i nostri valori. Quella vita che potrà garantirci la pace interiore comunque vadano le cose: quando scegliamo di vivere secondo i nostri valori sappiamo perché compiamo certe azioni e non abbiamo paura del giudizio o delle conseguenze delle nostre scelte, anche quando sembrano fuori dal coro.

Perciò il primo passo da fare per vivere una vita gratificante e raggiungere il successo personale, è conoscere noi stessi: sapere chi siamo, a che cosa diamo importanza, quali sono le nostre regole interiori.

I tratti di un comportamento orientato al successo

Se da un lato al giorno d’oggi diventa sempre più complesso capire cosa vogliamo, quali sono i nostri obiettivi e se riusciremo a raggiungerli, dall’altro possiamo compiere concretamente dei passi per fare luce su tutti questi dubbi che ci assillano. Come? Basta mettere a fuoco alcuni punti.

Prima di tutto è necessario sapere che cosa amiamo e perché

Il termine amare non è un’esagerazione: dobbiamo essere pronti a dedicare tutti noi stessi alla nostra meta. Questo stato d’animo supera il semplice desiderio, è amore a tutti gli effetti. Cosa ci fa innamorare di uno stile di vita? Soprattutto il fatto che esso è in accordo con i nostri valori. Sappiamo perché abbiamo scelto di dedicare così tanto tempo a un’attività rinunciando a molte altre: crediamo che sia importante, crediamo di dare un contributo alla comunità. Questo stato, in cui lavoriamo sodo senza sentire la fatica, è quello che comunemente viene definito passione: non sono i soldi (faremmo le stesse cose anche gratis), non è la fama a spingerci: è semplicemente il piacere di farlo.
Pittore che prepara i colori per il lavoro.
successo personale - cosa amiamo e perché / credits: Eddy Klaus

Un altro tratto fondamentale è la perseveranza

Per raggiungere una meta ci vuole tempo e impegno e può capitare di inciampare in qualche fallimento che mina le nostre sicurezze. Questo è il momento in cui dobbiamo ricordarci le motivazioni che ci hanno spinto a intraprendere quella strada e cercare di essere ottimisti, considerando che si tratta solo di una battuta di arresto: stiamo attraversando una fase, non siamo arrivati alla fine del progetto.

Può senz’altro aiutarci la centratura sull’obiettivo: la capacità di riuscire a rimanere costanti e portare avanti i nostri progetti nonostante le avversità e le pressioni esterne (“Lascia perdere”, “Ci hai provato, puoi già sentirti gratificato”, “Forse sei portato per altre cose”, “Non è il momento adatto, c’è la crisi”).
Giovane donna assorta nei suoi pensieri, in un bosco.
successo personale - perseveranza /credits: iDriss Fettoul

Dobbiamo reagire bene con la mente, prima ancora che con i fatti

Amore, passione, perseveranza, centratura; la presenza o l’assenza di questi tratti in noi sono dovuti a tre convinzioni profonde che si formano durante l’età evolutiva:

  • un giudizio su noi stessi;
  • un giudizio su quello che ci aspettiamo dagli altri;
  • una previsione sul futuro delle nostre azioni.
Il pensiero che la nostra mente genera di fronte alle situazioni è il vero responsabile del nostro comportamento, adeguato o meno: se pensiamo di poter in qualche modo reagire, cioè esercitare un controllo anche minimo su quanto ci accade, o di riuscire a sopportare le conseguenze delle circostanze, troveremo la forza per lasciare gli eventi critici nel passato e guardare avanti ancora fiduciosi; se invece pensiamo di non poter fare niente per cambiare una situazione, probabilmente la subiremo; questo causa una profonda ferita alla nostra autostima e esclude tutta una serie di possibili scelte dal nostro futuro.

L’impotenza appresa (alias il pessimismo)

Martin Seligman è stato il primo psicologo a parlare del concetto di impotenza appresa: è quello stato in cui sentiamo di non avere nessun controllo su quanto ci sta accadendo; una simile sensazione produce in noi uno stato di disperazione tale da impedire qualsiasi pensiero di ripresa.

Secondo la psicologia cognitivista, il pensiero pessimista si riconosce da queste tre caratteristiche:

  • è pervasivo, cioè è generalizzato a tutte le esperienze della persona e non è limitato a un singolo ambito;
  • è permanente, cioè porta il soggetto a pensare che la situazione in cui ci si trova resterà invariata per sempre;
  • è troppo personalizzato, cioè fa sentire la persona l’unica colpevole di ciò che le accade e non le permette di valutare la possibilità che la situazione critica sia dovuta invece a un insieme di cause.
Uomo al lavoro davanti al computer
successo personale - impotenza appresa o pessimismo / credits: Creative Photo Corner
La buona notizia è che proprio Martin Seligman, considerato il fondatore della psicologia positiva, sostiene che, così come si può apprendere, la sensazione di impotenza si può superare: modificare i contenuti e la struttura dei pensieri negativi ci aiuta infatti a lasciarla alle nostre spalle.

A supporto di questa teoria è anche un passaggio del celebre discorso ai neolaureati dell’università di Stanford di Steve Jobs, fondatore di Apple: “Dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”

Le risorse per raggiungere il successo personale sono già dentro di te; impariamo insieme come svilupparle e sfruttarle al meglio.