Dare un nuovo significato al trauma per superarlo: conosciamo l’EMDR

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Tutti noi siamo sottoposti a momenti difficili; alcuni di questi sono talmente importanti da lasciare un segno nel nostro percorso e dividere la nostra vita in un prima e un dopo l’evento. Questi momenti negativi dal valore così forte sono chiamati traumi.
immagine: emdr - prima e dopo traumi / credits: Larm Rmah

Traumi con la t maiuscola e traumi con la t minuscola

Esistono due tipi di traumi:
  • traumi con la T maiuscola: si riferiscono a un evento preciso, immediatamente collocabile dal punto di vista temporale; spesso si tratta di un cataclisma vissuto in prima persona oppure di un atto di violenza patito o di cui siamo stati testimoni.
  • traumi con la t minuscola: sono più subdoli e difficili da distinguere nel flusso della vita, perché si sono ripetuti così tante volte che non riusciamo più neanche a capire quando è iniziato l’evento che ci fa soffrire. Di solito si tratta di traumi relazionali, con origini precoci nella vita dell’individuo, spesso collocabili nell’infanzia: genitori con patologie psichiatriche gravi, dipendenti da alcol o sostanze, inaffidabili per il bambino e così via.

Andare oltre non sempre significa superare

Che siano con la t maiuscola o minuscola, nella maggior parte dei casi tendiamo ad accantonare questi traumi, imponendoci di andare oltre prima ancora di aver capito il significato di ciò che ci è successo; in questo modo pensiamo di aver superato tutto, ma non è così. In seguito agli eventi traumatici, infatti, elaboriamo schemi personali su noi stessi, sugli altri e sul futuro che spesso non ci permettono di compiere liberamente le nostre scelte o di vivere serenamente il presente.
Così in alcune fasi della nostra vita, soprattutto se siamo più vulnerabili, episodi negativi apparentemente facili da accettare hanno una risonanza fortissima e inaspettata nella nostra esistenza e ci destabilizzano: succede perché sono eventi simili a quei traumi antichi che credevamo di aver archiviato per sempre. Il nuovo porta a galla il vecchio e l’esperienza traumatica torna in superficie sotto forma di ricordi dolorosi o di forti emozioni in grado di turbarci profondamente, anche se è passato tanto tempo.
immagine: emdr - risonanza evento traumatico / credits: Xavier Sotomayor

Come superare in modo efficace e definitivo questi traumi?

Esistono molti tipi di psicoterapie per elaborare momenti di questo genere e dare un nuovo significato a cose più grandi di noi avvenute nel nostro passato, o che eravamo troppo piccoli per poter capire e accettare come parte della nostra vita. Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato come trattamento efficace per i disturbi post traumatici da stress l’EMDR, acronimo di Eye Movement Desensitization and Reprocessing (in italiano desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari). È una tecnica recentissima, scoperta dalla psicologa americana Francine Shapiro nel 1987, che le è valsa l’importante premio Sigmund Freud nel 2002, a seguito dei successi ottenuti in campo psicoterapeutico.
Come funziona?
Attraverso il movimento degli occhi guidato dal terapeuta, l’EMDR permette:
  • la rivisitazione dei ricordi traumatici rievocando le immagini più intense per il paziente; 
  • la loro elaborazione, intesa non come la cancellazione del ricordo stesso, ma come maggiore distacco emotivo e migliore capacità di gestione dell’immagine disturbante.
In seguito alla desensibilizzazione, l’EMDR procede con un riprocessamento del ricordo traumatico, si prova cioè a dargli un nuovo significato che permetta alla persona di comprenderlo e accettarlo come una parte della propria storia passata che non influenzerà più il suo presente e il suo futuro.

Dai terremotati del Centro Italia ai bambini: una tecnica rapida, applicabile a tutti

All’inizio la tecnica EMDR è stata utilizzata come terapia in casi molto gravi di Disturbo Post Traumatico da Stress come i reduci del Vietnam, con ottimi risultati. Una volta dimostrata la sua efficacia, ha ampliato le sue applicazioni a tutte le situazioni in cui un soggetto “ha temuto per la propria vita, per la vita di altri o ha sentito che fosse minata l’integrità del proprio corpo”, secondo la definizione di trauma contenuta nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali (DSM-5), pubblicato dall’American Psychiatric Association nel 2013.
È un trattamento largamente utilizzato sia per eventi che riguardano il singolo (rapine, violenze), sia nel caso di cataclismi: è stato impiegato anche in catastrofi recenti, per esempio con le vittime del terremoto nel Centro Italia; grazie all’EMDR hanno provato immediatamente un certo sollievo rispetto alle loro paure.
Ha dato ottimi risultati anche con disturbi insorti a seguito di un’infanzia con traumi relazionali: depressione, lutti complicati, disturbo ossessivo-compulsivo, attacchi di panico.
immagine: emdr - disturbi legati a traumi infantili / credits: Gerome Viavant
Il vantaggio dell’EMDR è che si tratta di una tecnica piuttosto rapida nei risultati, non invasiva, che si fonda sulle risorse naturali di rielaborazione del soggetto. Per questo motivo si usa anche con i bambini: i più piccoli hanno meno difese psichiche e il loro comportamento è meno plasmato dal contesto culturale rispetto agli adulti, perciò sanno accedere più rapidamente ai propri contenuti emotivi e rispondono molto bene a questo trattamento. Evocano facilmente immagini e metafore, che aiutano il terapeuta a comprendere i significati e le emozioni legate all’evento traumatico; queste preziose indicazioni guidano il suo intervento, che consiste nel dare una nuova lettura di ciò che hanno vissuto per aiutarli a comprenderlo e accettarlo.
Sei turbato da un evento del passato? Cerchi aiuto per superare un trauma recente? Puoi contare su di me.

Fonti: emdr.it, www.paolaragnetti.it